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L’ intervento dell’ ernia discale

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Intervista al prof. Adolfo Panfili, durante una puntata di “UnoMattina” del 2010

Intervista al prof. Adolfo Panfili, durante una puntata di “UnoMattina” del 2010; il prof. Panfili ci parla di un nuovo metodo di chirurgia mininvasiva per il trattamento dell’ernia del disco in regime di day-hospital.

L’ intervento dell’ernia discale (cervicale, dorsale o lombare) viene di solito eseguito in anestesia locale o con l’ausilio di una breve sedazione, senza anestesia generale, anche in regime ambulatoriale. L’ernia del disco contenuta, se invalidante e ribelle a 1-2 mesi di trattamento conservativo, è abitualmente trattata con un’operazione di discectomia microchirurgica che ottiene il 90% di risultati positivi immediati. Un passo avanti notevole per queste forme di ernia è l’introduzione della chirurgia mininvasiva, ovvero senza bisturi grazie alla quale è possibile, in molti casi, evitare l’intervento classico a cielo aperto con bisturi.

Discolisi con O2-O3 (Ossigeno-Ozono) 

Consiste nel fare un’iniezione nel disco di Ossigeno e Ozono, con un sottilissimo ago indolore sotto monitoraggio radioguidato. La miscela Ozono-Ossigeno ha un effetto antalgico e miniflogistico che riduce il dolore e il volume dell’ernia e rinforza le strutture del disco. E’ applicabile in ernie del disco contenute.

– Richiede anestesia locale potenziata da sedazione-flash in modo che il paziente non avverta alcun dolore;

– dura pochi minuti (mediamente 20-30 minuti per ciascun livello trattato);

– consente una deambulazione quasi immediata e può essere effettuato spesso anche in Day Hospital, indossando per circa un mese un leggerissimo bustino lombostato.

Dekompressor 

Il Dekompressor è una sottilissima sonda monouso (diametro 0,3 mm.) contenente una vite a doppia elica. La sonda viene introdotta nel disco per via percutanea, come una comune iniezione, e la trivella, fatta girare da un micromotore connesso, estrae parte del nucleo del disco riducendo la pressione dell’ernia.

Caratteristiche maggiori del Dekompressor 

– Può essere usato per ernie contenute cervicali, dorsali e lombari;

– alta efficacia. 90% di risultati favorevoli in casi ben selezionati;

– nessun rischio effettivo. Evita i rischi del Laser e della discolisi;

– non richiede tagli chirurgici;

– non richiede punti di sutura;

– evita le cicatrici post-operatori;

– e’ ripetibile;

– richiede anestesia locale potenziata da sedazione-flash in modo che il paziente non avverta alcun dolore;

– dura pochi minuti (mediamente 20);

– consente una deambulazione quasi immediata e può essere effettuato in Day Hospital;

– abbrevia i tempi di convalescenza;

Ozonoterapia o discolisi

Usualmente la terapia si svolge in due tempi successivi: in un primo tempo, l’ozono viene iniettato nei muscoli paravertebrali; successivamente, a distanza di giorni, l’ozono viene iniettato nel disco, sotto controllo radiografico.

I fautori dell’ozonoterapia distinguono un effetto biochimico a breve termine, che è antinfiammatorio, analgesico, miorilassante e iperossigenante ed un effetto a più lungo termine, per la disidratazione del disco intervertebrale e quindi il riassorbimento di eventuali sporgenze erniarie. L’effetto della terapia si manifesta in un periodo compreso tra 4-10 settimane e si basa sul fatto che vari fattori umorali contribuiscono alla produzione del dolore; l’ozono, agendo con meccanismo antinfiammatorio ed antiossidante, contribuirebbe al ripristino dell’equilibrio biochimico. Molti farmaci dati per via sistemica agiscono allo stesso modo.

IDET o Neucleoplastica

IDET sta per “intradiscal electrothermal therapy”. L’intervento viene fatto sul disco intervertebrale in anestesia locale.

E’ indicato per debordanze discali o per ernie ancora contenute, come si verifica nei giovani con lombalgie da posizione, o nelle persone con lassità legamentosa, e quindi sporgenza dei margini discali, connessa con l’invecchiamento. Col calore di un sistema a radiofrequenza si induce una contrazione delle fibre collagene sul margine discale riducendo la pressione sulle strutture nervose.

Si raggiunge il disco con un ago “mirato” radiologicamente e si inserisce l’elettrodo a radiofrequenza, che viene riscaldato a circa 50 gradi. Il risultato della cura non è sempre immediato. Talora questa terapia viene integrata con la somministrazione di ozono intradiscale, poichè si ritiene che le due tecniche siano complementari nel disidratare e quindi ridurre il volume del disco.

Discectomia Laser Percutanea

La Discectomia Percutanea Laser (PLDD – Percutaneous Laser Disc Decompression) è una procedura chirurgica utilizzata per la cura dell’ernia del disco da oltre 10 anni. Tuttavia è dal 1999 che è stata perfezionata, sia per quanto riguarda il tipo di Laser da utilizzare (Diodo 980nm), che per il tipo di fibre ottiche (fibre in silicio purissimo di 360um – micron – con NA – apertura numerica – di 0.22).

E’ normalmente eseguita in anestesia locale e talvolta in leggera sedoanalgesia. Sotto guida fluoroscopica o sotto guida TAC, si introduce un sottile ago (Chiba tipo Menchetti con punta atraumatica) di calibro inferiore ad 1 mm. (0.80 mm) nel disco intervertebrale erniato.

Una volta controllatone il posizionamento, si introduce all’interno dell’ago una sottilissima fibra ottica di 360um (micron) di calibro, connessa al laser (Diodo 980nm – Biolitec AG).

Normalmente priva o con lieve dolore, a differenza di altre tecniche che utilizzano il calore (coblazione, neucleoplastica, radiofrequenza), poiché il laser permette di concentrare elevatissime potenze senza alcuna dissipazione di calore. Le caratteristiche fisiche delle fibre ottiche utilizzate (silicio purissimo) e la loro modalità di emissione permettono di concentrare l’energia in pochi mm. nel disco intervertebrale, con un assorbimento dell’energia superiore al 90%.

Nel caso in cui l’ernia del disco sia ancora contenuta, è possibile eseguire la tecnica sotto controllo fluoroscopico, rilasciando l’energia laser sia al centro del disco intervertebrale, che nella sua porzione posteriore.

In caso di ernie non contenute, cioè di dimensioni maggiori, ma ancora connesse al disco intervertebrale, soddisfacenti risultati sono stati ottenuti eseguendo la procedura sotto guida TAC.

Questo permette di rilasciare l’energia laser in più punti del disco intervertebrale erniato, ottenendo una maggiore vaporizzazione e “shrinkage” – retrazione – dell’ernia con una decompressione della radice nervosa ed una risoluzione dei sintomi (dolore irradiato all’arto, formicolii, alterazione della sensibilità).

Il paziente può essere dimesso in giornata (Day-surgery) o dopo un giorno di ricovero. Non vi è alcuna ferita chirurgica, né vi sono punti da rimuovere. Un profilassi antibiotica è eseguita per 3 giorni con analgesici al bisogno. E’ consigliato un giorno di riposo assoluto, con ripresa della normale vita lavorativa entro una settimana.

I risultati sono soddisfacenti in una percentuale di casi intono all’ 80%. In caso di insuccesso non è pregiudicato il ricorso alla chirurgia tradizionale.

La Neurolisi Endoscopica o Epidurolisi

E’ indicata per il dolore connesso alla formazione di cicatrici post-operatorie (per interventi ripetuti con persistenza del dolore lombare) o post-traumatiche. Si basa sulla possibilità di liberare (“lisare”) le aderenze, quindi riducendo la strozzatura del nervo. Suggerita spesso per la “failed-back-syndrome”, ossia il dolore lombare resistente e conseguente a trattamenti chirurgici inefficaci.

I risultati sono incostanti, ma è poco invasiva essendo effettuata per via percutanea.

Denervazione delle Faccette Articolari

E’ indicata nel classico mal di schiena da stress e posturale.

Riduce in pratica la sensibilità delle strutture recettive dolorose poste attorno alla colonna vertebrale.

Si esegue con un ago riscaldato a radiofrequenza.

La tollerabilità è ottima e i risultati buoni se l’indicazione è appropriata.

Questa sindrome viene oggi trattata con gli spaziatori interspinosi, che alleviano il sovraccarico funzionale delle faccette articolari e risolvono il problema meccanico che ne è alla base.

 

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