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Epiduroscopia: stop dolore

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Stop al mal di schiena con l’ epiduroscopia

L’Epiduroscopia o Endoscopia Spinale è una procedura microinvasiva utilizzata per la diagnosi ed il trattamento del dolore di schiena acuto e cronico. Consiste nell’introdurre una microsonda flessibile a fibre ottiche attraverso cui possiamo visualizzare, ispezionare e direttamente curare le strutture anatomiche, i tessuti ed i nervi contenuti nello spazio epidurale.

Ricordiamo che il “mal di schiena” (la comune lombalgia) è una vera e propria malattia sociale. Si tratta di una delle patologie benigne più costose per il sistema sanitario italiano (1,2% del PIL) che colpisce quasi il 50% della popolazione in Italia ed in Europa (Croft); costi sociali elevati per l’assunzione di farmaci e la sospensione temporanea dal lavoro.

Come viene eseguita l’Epiduroscopia? 

Innanzitutto è doveroso fare una premessa per meglio comprendere l’importanza e le finalità di questa rivoluzionaria tecnica endoscopica. Di norma, il nostro corpo in un processo infiammatorio acuto in atto, come ad esempio durante un attacco acuto lombosciatalgico per ernia del disco, oppure a seguito di un intervento chirurgico sulla colonna, determina la formazione di tessuto cicatriziale di riparazione, sviluppando aderenze fibrose che possono inglobare le radici nervose. Queste aderenze imbrigliano le guaine che rivestono il midollo spinale limitandone la mobilità e causando irritazione e infiammazione, dolore severo con tendenza alla cronicizzazione.

Queste aderenze sono difficilmente visibili con le comuni tecniche diagnostiche come la Risonanza Magnetica Nucleare e la Tac. Infatti abbiamo più volte confrontato le diagnosi finali della Risonanza Magnetica e della Tac con ciò che abbiamo potuto riscontrare mediante l’Epiduroscopia osservando che l’accuratezza di questa nuova tecnica ci permette di diagnosticare e curare anche le minime presenze di tessuto cicatriziale ed aderenziale responsabili del dolore. E’ una procedura microinvasiva relativamente semplice in mani esperte e sempre da eseguire in un centro qualificato.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale con una leggera sedazione ed in regime di day-hospital o al massimo con una notte di degenza.

Dopo l’anestesia locale, attraverso l’osso sacro l’endoscopio a fibre ottiche, viene introdotto nel canale epidurale e viene avanzato lentamente cercando di fare diagnosi dell’origine del dolore e colloquiando con il paziente il medico potrà effettivamente individuare la zona infiammata e quindi liberare le radici nervose dal tessuto infiammatorio causa del dolore invalidante. Inoltre potrà anche eseguire una medicazione mirata antinfiammatoria direttamente sulle radici nervose coinvolte.

Una volta terminata la procedura che mediamente ha una durata di circa 30 minuti, il paziente viene riportato in reparto di degenza ed invitato a restare a letto disteso per circa quattro ore.

Ci sono controindicazioni? 

L’unica controindicazione assoluta è l’utilizzo da parte del paziente di farmaci anticoagulanti o l’alterazione delle prove di coagulazione.

Dopo l’intervento occorre stare a riposo? 

Una volta terminata la procedura che mediamente ha una durata di circa 30 minuti, il paziente viene riportato in reparto di degenza ed invitato a restare a letto disteso per circa quattro ore e dalla dimissione il paziente deve solo osservare un periodo di riposo domiciliare attivo, cioè il giorno successivo il paziente può riprendere leggere attività quotidiane, essere prudente e non spingersi oltre la normale condotta di vita. Per circa cinque giorni è probabile che il paziente debba seguire una terapia antibiotica ed antinfiammatoria.

Quali vantaggi ha rispetto alle metodiche di indagine tradizionali? 

Si tratta di una tecnica diagnostica e chirurgica mininvasiva per eccellenza eseguibile in anestesia locale ed in Day-Hospital che consente di fare diagnosi e terapia documentabile in tempo reale con una minivideocamea ad elevatissima risoluzione (6000 pixel).

Diagnosi e risoluzione nello stesso tempo consentono di risolvere annosi problemi di mal di schiena altrimenti destinati alla cronicizzazione ed al peggioramento della condizione della qualità di vita e fino a poco fa senza alcuna soluzione.

La possibilità di osservare con un ingrandimento notevole strutture anatomiche altrimenti non visibili e coglierne qualsiasi variante patologica e di risolverla spesso in maniera incruenta.

L’assoluta assenza di qualsiasi coinvolgimento d’organo e/o apparato proprio per l’esigua invasività della procedura.

Indicazioni 

– Dolore alla schiena dopo intervento chirurgico cioè la Sindrome Post-Laminectomia conseguente a precedenti interventi di ernia del disco “sfortunati” per presenza di tessuto cicatriziale;

– presenza certa o presunta di elementi compressivi sulle radici dei nervi spinali;

– aderenze sulle radici nervose;

– stenosi del canale vertebrale;

– presenza di Listesi con relativo quadro infiammatorio;

– ernia discale in cui non esiste la necessità chirurgica per assenza di danno sui nervi, ma c’è solo l’elemento dolore: infatti in questo caso basta solo ripulire la zona infiammata ed il dolore scompare immediatamente e completamente;

– dolori lombari senza diagnosi o con diagnosi di tipo Psicosomatico solo perché non c’è diagnosi strumentale (TC RMN);

– esiti di pregresse fratture sacro-coccigee.

Qual è la figura professionale di riferimento? 

Ortopedici specialisti della colonna vertebrale che si avvalgono della competenza di anestesisti e che abbiano all’attivo un adeguato periodo di training per poter operare con assoluta sicurezza e quindi rendere un servizio altamente qualificato al malato.

Per la ricerca dello Specialista si può avvalere dell’opera informativa del sito www.aimo.it.

Lo stesso sito può fornire informazioni anche su centri di alta professionalità per eseguire la procedura in regime di Day Hospital.

 

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